Contributo ambientale P.F.U.
A partire dal 7 settembre 2011 nel Decreto Attuativo 82/2011, la Gazzetta Ufficiale 131 dell’8 giugno 2011 ha regolamentato la gestione PFU .
L’acronimo PFU significa
Pneumatici
Fuori
Uso
, ossia gomme da smaltire in seguito al termine del loro ciclo di vita utile.
Prima
lo
smaltimento
dei
pneumatici
era a carico dei gommisti che solitamente lo giravano ai clienti includendo nel prezzo di vendita il costo di smaltimento.
Dal
2011
il contributo per lo smaltimento dei P.F.U.
si
paga
sui
nuovi
pneumatici
acquistati e non più al momento dello smontaggio. Al prezzo di vendita dei pneumatici bisogna quindi
aggiungere
il
contributo
per lo smaltimento degli stessi. Inoltre, tutti coloro i quali intervengono nei passaggi intermedi tra il produttore di pneumatici e il cliente finale, dovranno
pagare la stessa cifra
al soggetto successivo. Il contributo lo riceverà il consorzio che si occupa del ritiro e dello smaltimento dei pneumatici fuori uso che saranno ritirati dai cortili di ciascun gommista.
Perché pagare lo smaltimento PFU e quanto costa ?
Il contributo PFU è un passo in avanti importante per la salvaguardia dell ’ ambiente sensibilizzando le persone al recupero e al rispetto dell’ambiente ed evitando il commercio e lo smaltimento illegale di pneumatici usurati.
Il contributo ambientale PFU è stabilito in misura variabile sulla base del tipo di pneumatico, poiché variano i
costi
di
smaltimento
a seconda del peso (e quindi delle dimensioni).
Per
la
Categoria
B
:
autovetture, anche fuoristrada; quadricicli a motore; SUV; LCV (incluso marcatura C e CP); caravan; roulotte; relativi rimorchi. [M1, M2, N1, O2] il contributo è d
i
€
3,05
a
pneumatico
IVA compresa. Importi più elevati si registrano per le macchine agricole o quelle per movimento terra.
Nel documento fiscale di
vendita
dei
pneumatici
deve essere riportata, in modo chiaro e distinto, la seguente dicitura:
“
contributo
ambientale
ai
sensi
dell
’
art
. 228
del
D
.
Lgs
. 3
aprile
2006,
n
.152”.